lunedì 30 aprile 2018
La moto di fonzie
All'inizio nelle registrazione dei primi episodi gli autori hanno fatto provare ad Henry Winkler "The Fonz " una Harley nera ma lui è caduto e ha danneggiato la sua gamba (non era in grado di gestire le dimensioni di questa moto). La moto originale di Fonzie era una Harley Davidson Knucklehead. Henry Winkler ha provato a guidarla , ma la sua dislessia non gli ha permesso di sincronizzare e far funzionare il freno, frizione e cambio. Successivamente gli autori sono passati alla Triumph una moto molto più leggera e semplice da guidare . La maggior parte delle persone lo conoscono con questa moto . Ogni volta che vedete Fonzie in sella ad una moto è solo per pochi secondi. Altre volte negli episodi successivi avevano legato la moto sopra ad un carrello mobile che non ne consentiva la caduta riprendendo l'attore dalla vita in su.
Per non parlare dello stunt men e delle controfigure che hanno usato per lui (per ovvi motivi di sicurezza) ogni volta vi era una scena d'azione o la scena dove lui salta i bidoni davanti al locale di Arnol's. Le Moto viste nella serie televisiva HAPPY DAYS sono diverse. Dovete sapere che Henry Winkler (Fonzie) in realtà non ha guidato quasi mai la sua moto. Durante le riprese, la moto, è molte volte ferma sul cavalletto.
domenica 8 aprile 2018
Ad ogni supereroe la sua auto !!
BMW M2 – Batman
Rispetto alla Batmobile, la BMW M2 potrebbe sembrare un passo indietro per il giustiziere mascherato. Tuttavia le dimensioni compatte e la potenza della M2 bavarese darebbero a Batman agilità e velocità per muoversi tra le strade congestionate di Gotham. La sportiva dell’Elica per l’occasione monta anche grandi orecchie posteriori sulle fiancate, mentre la griglia frontale assume la forma del pipistrello. Da notare anche i nuovi cerchi in lega ispirati alla M1.
Bugatti Chiron – Superman
Per un supereroe che si muove con una velocità supersonica come Superman, solo la più veloce di tutte potrebbe essere alla sua altezza. Così ecco una Bugatti Chiron personalizzata con i colori blu, rosso e giallo, quelli dell’iconico “abito da lavoro” di Clark Kent, e con una S rossa su sfondo giallo in bella vista sulla griglia frontale.
Lamborghini Huracan – Wonder Woman
Per Wonder Woman, leggendaria principessa guerriera, serva una supercar agile, veloce e ricca di stile. La Lamborghini Huracan potrebbe rispondere a questo identikit con l’aggiunta della livrea dedicata nei tradizionali colori rosso e blu di Wonder Woman, impreziositi dai contrasti in oro su cerchi in legano, cofano e parabrezza.
Ford Mustang GT 350 R – Capitan America
Capitan America rappresenta l’incarnazione fisica del potere e del desiderio di libertà degli Stati Uniti. Per un supereroe così patriottico non ci si poteva esimere dallo scegliere un’auto fortemente legata alla tradizione americana. La scelta è così ricaduta sulla Ford Mustang, nelle speciale e potente versione GT 350 R, che si propone con lo scudo stellato sul cofano e con le fiancate super resistenti in acciaio.
Chevrolet Corvette Z06 – Iron Man
Cambio d’auto per Iron Man che abbandona l’Audi R8 che l’accompagna nelle sue ultime avventure a favore di un altrettanto aggressiva Chevrolet Corvette Z06, auto tutta americana che si lega ad Iron Man con una speciale colorazione in rosso e oro.
Ferrari 488 Spider – Spiderman
Per Spiderman non si poteva non certo pensare a una Spider e così l’Uomo Ragno riceve la sua Ferrari 488 Spider personalizzata, una supercar veloce e prestante per attraversare le strade affollate di New York. La vettura del Cavallino si popone in rosso, con trama a ragnatela e dettagli blu. La sua configurazione “aperta” sarebbe l’ideale per uno come Spiderman che tesse le sue tele aggrappandosi ad ogni appiglio.
Audi R8 – Wolverine
L’indistruttibile Wolverine potrebbe invece dotarsi di un’Audi R8 che oltre a prendere i suoi colori giallo e blu, lo asseconda anche con altri elementi condivisi come gli immancabili artigli sul frontale e le “azzardate” basette sulle fiancate posteriore a esprimere il suo istinto animale.
Ford Mondeo – Deadpool
Non c’è convezione da supereroe che Deadpool non abbia smentito, dunque per lui potrebbe andare bene un’auto poco appariscente e più comune, come ad esempio una Ford Mondeo. I colori della vettura sono quelli di Deadpool, mentre sul lunotto ci sono i punti di fissaggio per il pratico trasporto delle inseparabili spade del supereroe.
Mercedes G63 AMG 6×6 – Hulk
Hulk è probabilmente uno dei supereroi fisicamente più grandi di sempre e per ospitarlo serve dunque un’auto molto capiente a contenere tutta la sua mole. Così per il verde personaggio noto per la sua rabbia e la sua forza è stata scelta una Mercedes G63 AMG 6×6, perché quattro ruote sarebbero poche per gestire tanta veemenza e aggressività. L’imponente SUV della Stella è stato colorato in verde, come Hulk, con i grandi parafanghi verniciati in viola.
Toyota Mirai – Aquaman
La padronanza di Aquaman con le onde e il mondo subacqueo lo fanno il candidato dei fumetti ideale per la Toyota Mirai, la nuova vettura a idrogeno che emette acqua dal tubo di scappamento. La speciale Mirai, vestita con livrea arancione e verde con dettagli in giallo così come il vestito di Aquaman, è dotata di quattro pinne laterali per aiutare il nostro supereroe a muoversi velocemente e in silenzio anche sott’acqua.
domenica 18 febbraio 2018
REVISIONE AUTO...TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE
La revisione auto è una procedura obbligatoria che i possessori di un’automobile devono effettuare entro dei termini prestabiliti dalla legge. E’ infatti severamente vietato circolare con la revisione auto scaduta, poiché si rischiano sanzioni pesanti che vanno da multe salate fino alla confisca del veicolo.
La revisione auto ha costi e tempistiche differenti a seconda di dove la si effettua e anche le scadenze sono diverse a seconda che si tratti della prima revisione auto oppure no. Di seguito chiariremo ogni dubbio.
Per quanto riguarda le tariffe, se ci si rivolge alla Motorizzazione il costo della revisione auto è di 45 euro, mentre nei centri di revisione si pagano 66,88 euro.
Durante la revisione auto vengono fatti i seguenti controlli:
E ancora: «Tale sanzione è raddoppiabile in caso di revisione omessa per più di una volta».
Dopo che si è stati sorpresi su strada con l’auto non revisionata, l’auto può circolare solamente per andare ad effettuare la revisione. Ed è bene fare attenzione perché «nel caso in cui si circoli con un veicolo sospeso dalla circolazione in attesa dell’esito della revisione, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 1.941 euro a 7.767 euro». Ma non è tutto, perché oltre alla multa viene applicato il fermo del veicolo per 90 giorni.
E in caso di violazioni reiterate? In questo caso la sanzione accessoria è quella della confisca del veicolo.
Ricordiamo infine quanto stabilito dall’art. 80 comma 5 del Codice della strada: «Gli uffici della Direzione generale della M.C.T.C., anche su segnalazione degli organi di polizia stradale, qualora sorgano dubbi sulla persistenza dei requisiti di sicurezza, rumorosità ed inquinamento prescritti, possono ordinare in qualsiasi momento la revisione di singoli veicoli».
In particolare, il giro di vite dovrebbe colpire soprattutto i “furbetti del contachilometri”, cioè coloro che manomettono il chilometraggio della macchina per farla sembrare più giovane. Usiamo il condizionale perché la stretta sul contachilometri esiste già dal 2010, ma fino ad oggi non si è ancora riusciti a farla rispettare in maniera concreta (il problema è attualmente allo studio della Motorizzazione).
L’altra novità sarà l’emissione del certificato di revisione, che accompagnerà l’auto per tutta la sua vita e conterrà una serie di dati in relazione al chilometraggio, con l’obiettivo di porre un freno alle frodi nell’ambito della compravendita dei veicoli usati
La revisione auto ha costi e tempistiche differenti a seconda di dove la si effettua e anche le scadenze sono diverse a seconda che si tratti della prima revisione auto oppure no. Di seguito chiariremo ogni dubbio.
Scadenza revisione auto
La prima revisione auto deve essere effettuata a quattro anni dall’immatricolazione del veicolo, entro il termine del mese di rilascio della carta di circolazione. Dopodiché, le successive revisioni auto devono essere fatte ogni due anni, sempre entro l’ultimo giorno del mese in cui era stata effettuata la revisione precedente. Ad esempio, chi ha effettuato la revisione auto il 10 aprile 2017 avrà tempo fino al 30 aprile 2019.Costo revisione auto e dove effettuarla
La revisione auto si può effettuare alla Motorizzazione civile oppure presso uno dei centri di revisione, vale a dire le officine autorizzate.Per quanto riguarda le tariffe, se ci si rivolge alla Motorizzazione il costo della revisione auto è di 45 euro, mentre nei centri di revisione si pagano 66,88 euro.
Durante la revisione auto vengono fatti i seguenti controlli:
- pneumatici: tipo e corrispondenza con quanto indicato sulla carta di circolazione, verifica ruota di scorta, circolazione, usura e convergenza;
- vetri: integrità e omologazione;
- cinture di sicurezza: integrità, efficienza e omologazione;
- numero motore: corrispondenza con quanto indicato sulla carta di circolazione;
- targa anteriore e posteriore: integrità e corrispondenza con quanto indicato sulla carta di circolazione;
- impianto elettrico: integrità ed efficienza;
- prova fari: regolazione;
- prova freni: efficienza e usura pastiglie;
- prova rumorosità: rientro nei limiti indicati sulla carta di circolazione;
- prova fumi: rientro nei limiti delle norme vigenti;
- prova giochi e sospensioni: integrità ed efficienza;
- carrozzeria: integrità e assenza di ruggine;
- triangolo;
Auto senza revisione, le sanzioni previste
In base al Codice della strada, chi viene sorpreso a circolare con auto non revisionata rischia pesanti sanzioni, come spiega l’art. 80 comma 14: «Chiunque circola con un veicolo che non sia stato presentato alla prescritta revisione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 168 euro a 674 euro».E ancora: «Tale sanzione è raddoppiabile in caso di revisione omessa per più di una volta».
Dopo che si è stati sorpresi su strada con l’auto non revisionata, l’auto può circolare solamente per andare ad effettuare la revisione. Ed è bene fare attenzione perché «nel caso in cui si circoli con un veicolo sospeso dalla circolazione in attesa dell’esito della revisione, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 1.941 euro a 7.767 euro». Ma non è tutto, perché oltre alla multa viene applicato il fermo del veicolo per 90 giorni.
E in caso di violazioni reiterate? In questo caso la sanzione accessoria è quella della confisca del veicolo.
Ricordiamo infine quanto stabilito dall’art. 80 comma 5 del Codice della strada: «Gli uffici della Direzione generale della M.C.T.C., anche su segnalazione degli organi di polizia stradale, qualora sorgano dubbi sulla persistenza dei requisiti di sicurezza, rumorosità ed inquinamento prescritti, possono ordinare in qualsiasi momento la revisione di singoli veicoli».
Novità revisione auto, cosa c’è di nuovo
Per recepire la direttiva europea 2014/45, il governo italiano ha attuato una stretta sulla revisione auto che entrerà in vigore nel maggio 2018.In particolare, il giro di vite dovrebbe colpire soprattutto i “furbetti del contachilometri”, cioè coloro che manomettono il chilometraggio della macchina per farla sembrare più giovane. Usiamo il condizionale perché la stretta sul contachilometri esiste già dal 2010, ma fino ad oggi non si è ancora riusciti a farla rispettare in maniera concreta (il problema è attualmente allo studio della Motorizzazione).
L’altra novità sarà l’emissione del certificato di revisione, che accompagnerà l’auto per tutta la sua vita e conterrà una serie di dati in relazione al chilometraggio, con l’obiettivo di porre un freno alle frodi nell’ambito della compravendita dei veicoli usati
domenica 11 febbraio 2018
Moto militari: la Moto Guzzi 500 Alce del Regio Esercito
Dopo avervi presentato vari modelli di moto militari del passato, tra cui la rarissima Type 97 dell'esercito nipponico, proseguiamo la nostra ricerca sulle due ruote della Seconda Guerra Mondiale che probabilmente alcuni di voi conosceranno, visto che parliamo di un vero e proprio pezzo di storia del motociclismo italiano.
Mi riferisco alla Moto Guzzi 500 Alce, semplicemente conosciuta anche come Guzzi Alce, prodotta dalla casa di Mandello del Lario dal 1939 al 1943 per l'allora Regio Esercito Italiano e utilizzata dapprima dalla PAI (Polizia dell'Africa Italiana) ma poi impiegata su tutti i fronti dove combatterono le nostre forze armate. E questo dovrebbe già dirla lunga sulle qualità meccanica dell'Alce, che resistette alle sabbie del deserto libico e ai rigori delle steppe russe, dove fu utilizzata in ogni reggimento operativo come mezzo esplorante e come moto prediletta dai bersaglieri motociclisti.Nata per sostituire la GT 20, venne prodotta in oltre 6000 esemplari (pensate che differenza rispetto ai 90 mila della controparte statunitense, l'Harley Davidson WLA) in versione monoposto, biposto, sidecar e addirittura motocarro: quest'ultimo, chiamato Trialce, poteva trasportare sul pianale ben 400 kg di peso e com'è facile intuire venne utilizzata per i compiti più disparati; postazione radio mobile, mezzo smontabile aviotrasportato, per trasportare feriti, mitragliatrici e qualsiasi tipo di equipaggiamento.L'Alce era un monocilindrico (con cilindro orizzontale) da 500 centimetri cubici che erogava 13 cavalli in grado di spingere i ben 178 kg della versione monoposto a ben 90 chilometri orari in quarta velocità: il serbatoio aveva una capacità di 13,5 litri e l'autonomia era di circa 300 chilometri.
Tra gli "optional" in alcune versioni (specialmente quelle dei bersaglieri) c'era una mitragliatrice Breda installata sul perno della forcella anteriore. Una gran moto che si rivelò robustissima in ogni condizione e che "sopravvisse" ai campi di battaglia, tanto che nel '46, a guerra finita, la produzione riprese quando venne posta in commercio la Superalce.
Curiosità da MotoCult: un modello restaurato della Moto Guzzi Alce venne utilizzata anche durante le riprese de "Il mandolino del Capitano Corelli", con Nicolas Cage(vedere ultima foto della gallery), ambientato a Cefalonia durante la famigerata strage della Divisione Aqui.
domenica 14 gennaio 2018
HOVERBOARD la nuova generazione delle due ruote?
Che cos’è un HOVERBOARD?
L’hoverboard è un monopattino o monociclo elettrico autobilanciantechiamato anche street board. La sua complicata tecnologia, sfrutta sensori e microprocessori che, attraverso il principio della fisica della stabilità dinamica, riescono a mantenere l’hoverboard in equilibrio conferendo grande stabilità e sicurezza al conducente.
È un vero e proprio gingillo della tecnologia amato dai più giovani e alla moda in tutto il mondo, in particolare in USA e in Asia.
Da quando è sul mercato ha invaso i negozi e le vendite sono salite alle stelle, questo perché è un mezzo semplice ed intuitivo da usare, sicuro, ecologico, comodo da trasportare ed economico. Per non parlare dell’invida che suscita in chi lo vede per strada e ne vorrebbe immediatamente uno.
È l’ideale sia per i bambini, sia per gli adulti che possono sfruttarlo durante occasioni di svago, ma anche durante il lavoro o le commissioni quotidiane in giro per la città.
Come è fatto e come funziona?
L’hoverboard assomiglia ai più famosi segway, ma è privo di manubrio.
È composto da due pedane che si muovono sullo stesso asse. Alle estremità ci sono due ruote parallele.
I comandi vengono dati attraverso leggere pressioni dei piedi, contemporaneamente o uno alla volta. Ogni piede, infatti, comanda una ruota e va inclinato in avanti per partire ed accelerare, indietro per frenare ed andare in retromarcia.
Molto più difficile a dirsi che a farsi, in realtà basta salirci sopra per capire come utilizzarlo… un vero e proprio “gioco” da ragazzi!
Hoverboard ideale per i bambini o gli adulti?
La risposta è per entrambi!
Per i bambini:
Un’ottima idea regalo per i vostri bambini che troveranno nell’hoverboard un ideale “compagno di giochi”. Vostro figlio passa troppe ore davanti al computer, alla televisione o su internet?
Non preoccupatevi perché, nell’istante in cui riceverà il suo primo hoverboard, non vedrà l’ora di passare le giornate all’aria aperta, muovendosi e interagendo con i coetanei. L’hoverboard, infatti, aumenta la sicurezza di sé aiutando nelle relazioni. Inoltre, è un gioco educativo che aumenta i riflessi e insegna ad essere responsabili e a seguire le prime regole della “strada”, come fare attenzione ai pedoni.
Ovviamente, bisogna prendere qualche piccole precauzione riguardo la sicurezza:
Evitare di regalare un hoverboard a bambini con età inferiore agli 8 anni. Sebbene ci siano modelli che vanno molto più lentamente, alcuni arrivano a 20 km/h. Un bambino al di sotto di quell’età potrebbe avere difficoltà a gestire certe velocità.
Fate indossare le protezioni (casco, ginocchiere, gomitiere e polsiere) in ogni momento.
Educare il bambino all’uso dell’hoverboard, spiegando come è fatto, come utilizzarlo e come caricarlo in sicurezza con la corrente elettrica.
Per gli adulti:
Come già detto è un mezzo di trasporto rivolto anche agli adulti. In primis, per gli stessi motivi per cui l’hoverboard fa gola ai bambini: divertimento assoluto e un nuovo eccitante modo di passare il tempo libero.
Se questo è sufficiente per un bambino, spesso non lo è per un adulto che vuole unire l’utile al dilettevole.
L’hoverboard è un ottimo mezzo per percorrere distanze brevi in città, faticando meno ed essendo più veloci che a piedi. Può essere utilizzato, quindi, per gli spostamenti e le commissioni quotidiane.
Inoltre, allo stesso modo del segway e dei classici monopattini elettrici, può essere utilizzato anche al lavoro, in tutte quelle occasioni che richiedono spostamenti frequenti e rapidi come nelle aree portuali o industriali.
Può an ortuali o industriali.
Può anche essere utile per i promoter e le hostess che pubblicizzano aziende o prodotti durante eventi o semplicemente nei centri urbani. Il segreto di un buon promoter è attirare attenzione; l’hoverboard, che crea fin da subito curiosità in chi lo vede, lo farà per voi senza il minimo sforzo e in quel momento potrete promuovere il vostro prodotto, offerta o azienda.
Le migliori marche e i prezzi online degli Hoverboard
Vi sono molte marche di hoverboard, la maggior parte cinesi.
Il prodotto è, infatti, stato inventato in Cina ed è ancora per la maggior parte prodotto in quel paese. Tuttavia, questo non è sinonimo di bassa qualità, anzi!
I prezzi variano a seconda dei materiali di costruzione, ma solitamente partono dai €300.
Ecco alcuni dei migliori modelli:
Safe Hoverboard
Monopattino elettrico Italiano, resistente all’acqua, veloce e pratico da usare, motore di 700W e una velocità max di 15km che essere utile per i promoter e le hostess che pubblicizzano aziende o prodotti durante eventi o semplicemente nei centri urbani. Il segreto di un buon promoter è attirare attenzione; l’hoverboard, che crea fin da subito curiosità in chi lo vede, lo farà per voi senza il minimo sforzo e in quel momento potrete promuovere il vostro prodotto, offerta o azienda.
Le migliori marche e i prezzi online degli Hoverboard
Vi sono molte marche di hoverboard, la maggior parte cinesi.
Il prodotto è, infatti, stato inventato in Cina ed è ancora per la maggior parte prodotto in quel paese. Tuttavia, questo non è sinonimo di bassa qualità, anzi!
I prezzi variano a seconda dei materiali di costruzione, ma solitamente partono dai €300.
Ecco alcuni dei migliori modelli:
Safe Hoverboard
Monopattino elettrico Italiano, resistente all’acqua, veloce e pratico da usare, motore di 700W e una velocità max di 15km.
martedì 2 gennaio 2018
Honda ha un V2 sovralimentato… ma forse non lo userà!
Vito Cicchetti è uno dei pochissimi
italiani ad avere conquistato la fiducia dei manager della Honda Motor
Co. Ltd e per questo, l’abruzzese cresciuto in America oggi non è
soltanto al comando di Honda Motor Europe ma la sua opinione ha una notevole importanza anche ai piani alti,
in Giappone. Cicchetti è sempre stato un manager “anomalo”, attaccato
alla sua “maglia”, schietto, spesso poco politico, ma sanguigno.
Insomma, la persona adatta ad analizzare quello che Honda ha mostrato al
Tokyo Motor Show e a EICMA e ad analizzare il futuro del colosso del Sol Levante.
Honda sta presentando modelli in molti segmenti di mercato ma sta anche mostrando tecnologie innovative. Quale direzione avete preso?
«Honda sta sviluppando prodotti adatti a clienti che difficilmente saliranno in sella a una moto o a una moto di nicchia. Per intenderci, chi oggi guida un Super Cub va accompagnato verso le cilindrate maggiori. Noi abbiamo un parco clienti vastissimo, che parte dal basso e ne stiamo tenendo conto per sviluppare una gamma di prodotti adatti a questi clienti, nel mondo. Penso anche che poche altre aziende siano in grado di costruire un’Africa Twin, una moto con cerchio di 21”, nata per fare davvero fuoristrada nel 65% della sua vita ma adatta all’uso su strada. L’equilibrio dell’Africa Twin rispecchia la nostra filosofia, basata sull’equilibrio, che a volte mal si sposa con il “fun” che intendono alcuni clienti ma ben si sposa con ciò che vogliono i nostri clienti, tanti, in tutto il mondo».Però le moto “fun” servono ad alimentare l’immagine tecnologica dell’azienda.
«Infatti in Giappone hanno capito che se non investiamo nel settore di nicchia, rischiamo di perdere tutti quei clienti che oggi sono felicissimi di possedere una Honda. Tutti clienti che in futuro potrebbero guardare una Ducati o una BMW, piuttosto che una Honda. L’Europa resta un palcoscenico importante. Come dire... se vuoi vedere il film, devi entrare e pagare».
Hai citato la Ducati, l’azienda che sembra seguire una strada opposta alla vostra. Cosa ne pensi?
«La Ducati fa bene quello che sta facendo, perché un’azienda che produce 50.000, 60.000, 70.000 rappresenta una nicchia, che deve costruire moto come la Panigale V4. Hanno anche fatto qualcosa di diverso con la Scrambler, un prodotto riuscito. Alla fine, però, ho notato che sono stati costretti a presentare una 1100 per portare avanti il progetto».
A proposito di supersportive. Quelle di serie hanno superato i 200 CV. Ha senso?
«La ricerca della potenza massima si lega con il mondo delle corse, dove la Honda investe tantissimo, anche troppo, soprattutto in MotoGP. Molti di questi soldi potrebbero essere spesi per realizzare prodotti da vendere. Oggi, a differenza del passato, diverse MotoGP hanno raggiunto un elevato livello prestazionale ed è il pilota a fare la differenza. Per spiegare la mia tesi aggiungo... oggi il mercato delle Supersport 600 è morto, però in passato Honda era leader di quel mercato, sia quando vincevamo i mondiali, sia quando non li vinceva. Le vendite non erano collegate alle vittorie ma al prodotto. E ancora... presentiamo un prodotto nuovo come la Fireblade e mi rendo conto che è commercialmente valido, anche se non abbiamo vinto in Superbike. Pensando al futuro il dilemma è: costruire una supersportiva equilibrata o realizzarne una, magari V4, con 222 CV dal peso di 195 kg? Io, da europeo, rispondo: facciamola esagerata, perché è quello che vuole quel cliente. Però, per esempio, gli inglesi usano la Fireblade su strada, tutti i giorni. In alcuni Paesi c’è ancora la voglia di moto super potenti ma la Honda pensa che questo non sarà il futuro».
Quale sarà il futuro?
«Le moto elettriche, che abbatteranno le barriere tecnologiche, per cui molti costruttori potranno entrare nel mercato, anche avendo meno know-how. “L’elettrificazione” è stata decisa ad alto livello, dai governi e dalle Case auto. La moto, che ha meno voce in capitolo, verrà trascinata in questo sistema. Tutto ciò a mio avviso avverrà in 10, massimo 15 anni. Non molto, se ci pensi».
La Riding Assist-e sembra volere spiegare che in moto si cade più difficilmente. È corretto?
«Nella Honda ci sono due macro livelli di R&D. C’è chi sviluppa tecnologia per la produzione di serie e chi sviluppa tecnologia... punto. Quest’ultimo reparto è lasciato libero di creare e non si interfaccia con chi produce. La Riding Assist-e è stata presentata ma non lo sapeva neppure il mio presidente! Io non so neanche spiegare come funzioni esattamente, perché utilizza hardware e software di Asimo, evoluti per essere applicati alla moto».
Potrebbe diventare un prodotto di serie?
«Difficile dirlo. Io applicherei quella tecnologia su una Gold Wing, magari ibrida, non pensata per curvare più veloce ma per garantire maggiore facilità di gestione a bassa velocità. Bisognerebbe lavorare per ridurre i pesi. Vero è che anche la Yamaha Niken pesa più di una Tracer, quindi... Bisognerà capire se l’utente sarà disposto a spendere di più per acquistare qualcosa che pesa di più. Io considero la tre ruote della Yamaha è un prodotto intelligente».
Honda costruirà una moto con tre ruote?
«Il problema del tre ruote è legato ai brevetti. Il sistema della Piaggio è stato sviluppato su una base nota, nel senso che era stata proposta anche ad altre Case. La Yamaha, sulla Niken, ha sviluppato un sistema diverso. C’è sempre meno spazio per inventare e bisognerà capire come verrà accolta la moto a tre ruote. Nel segmento scooter i tre ruote non hanno avuto una grande crescita, dopo l’entusiasmo iniziale. Per assurdo la tecnologia delle tre ruote potrebbe funzionare di più su una moto, perché potrebbe attirare i clienti che hanno timore di cadere».
Si dice che nella vostra R&D ci sia un motore sovralimentato...
«È vero. Abbiamo costruito un V2 sovralimentato. Io l’ho anche provato ed è meraviglioso. Il progetto c’è ma attualmente è parcheggiato, sia per questione di costi, molto elevati, sia per questione di filosofia, un po’ distante dal nostro modo di concepire la moto. Con l’attuale management non credo si produrrà, però in futuro la situazione potrebbe anche cambiare. Io penso e spero che possa diventare realtà. Non sarebbe una moto da 300 chilometri orari ma rappresenterebbe qualcosa di davvero innovativo, performante e tecnologico».
Honda sta presentando modelli in molti segmenti di mercato ma sta anche mostrando tecnologie innovative. Quale direzione avete preso?
«Honda sta sviluppando prodotti adatti a clienti che difficilmente saliranno in sella a una moto o a una moto di nicchia. Per intenderci, chi oggi guida un Super Cub va accompagnato verso le cilindrate maggiori. Noi abbiamo un parco clienti vastissimo, che parte dal basso e ne stiamo tenendo conto per sviluppare una gamma di prodotti adatti a questi clienti, nel mondo. Penso anche che poche altre aziende siano in grado di costruire un’Africa Twin, una moto con cerchio di 21”, nata per fare davvero fuoristrada nel 65% della sua vita ma adatta all’uso su strada. L’equilibrio dell’Africa Twin rispecchia la nostra filosofia, basata sull’equilibrio, che a volte mal si sposa con il “fun” che intendono alcuni clienti ma ben si sposa con ciò che vogliono i nostri clienti, tanti, in tutto il mondo».Però le moto “fun” servono ad alimentare l’immagine tecnologica dell’azienda.
«Infatti in Giappone hanno capito che se non investiamo nel settore di nicchia, rischiamo di perdere tutti quei clienti che oggi sono felicissimi di possedere una Honda. Tutti clienti che in futuro potrebbero guardare una Ducati o una BMW, piuttosto che una Honda. L’Europa resta un palcoscenico importante. Come dire... se vuoi vedere il film, devi entrare e pagare».
Hai citato la Ducati, l’azienda che sembra seguire una strada opposta alla vostra. Cosa ne pensi?
«La Ducati fa bene quello che sta facendo, perché un’azienda che produce 50.000, 60.000, 70.000 rappresenta una nicchia, che deve costruire moto come la Panigale V4. Hanno anche fatto qualcosa di diverso con la Scrambler, un prodotto riuscito. Alla fine, però, ho notato che sono stati costretti a presentare una 1100 per portare avanti il progetto».
A proposito di supersportive. Quelle di serie hanno superato i 200 CV. Ha senso?
«La ricerca della potenza massima si lega con il mondo delle corse, dove la Honda investe tantissimo, anche troppo, soprattutto in MotoGP. Molti di questi soldi potrebbero essere spesi per realizzare prodotti da vendere. Oggi, a differenza del passato, diverse MotoGP hanno raggiunto un elevato livello prestazionale ed è il pilota a fare la differenza. Per spiegare la mia tesi aggiungo... oggi il mercato delle Supersport 600 è morto, però in passato Honda era leader di quel mercato, sia quando vincevamo i mondiali, sia quando non li vinceva. Le vendite non erano collegate alle vittorie ma al prodotto. E ancora... presentiamo un prodotto nuovo come la Fireblade e mi rendo conto che è commercialmente valido, anche se non abbiamo vinto in Superbike. Pensando al futuro il dilemma è: costruire una supersportiva equilibrata o realizzarne una, magari V4, con 222 CV dal peso di 195 kg? Io, da europeo, rispondo: facciamola esagerata, perché è quello che vuole quel cliente. Però, per esempio, gli inglesi usano la Fireblade su strada, tutti i giorni. In alcuni Paesi c’è ancora la voglia di moto super potenti ma la Honda pensa che questo non sarà il futuro».
Quale sarà il futuro?
«Le moto elettriche, che abbatteranno le barriere tecnologiche, per cui molti costruttori potranno entrare nel mercato, anche avendo meno know-how. “L’elettrificazione” è stata decisa ad alto livello, dai governi e dalle Case auto. La moto, che ha meno voce in capitolo, verrà trascinata in questo sistema. Tutto ciò a mio avviso avverrà in 10, massimo 15 anni. Non molto, se ci pensi».
La Riding Assist-e sembra volere spiegare che in moto si cade più difficilmente. È corretto?
«Nella Honda ci sono due macro livelli di R&D. C’è chi sviluppa tecnologia per la produzione di serie e chi sviluppa tecnologia... punto. Quest’ultimo reparto è lasciato libero di creare e non si interfaccia con chi produce. La Riding Assist-e è stata presentata ma non lo sapeva neppure il mio presidente! Io non so neanche spiegare come funzioni esattamente, perché utilizza hardware e software di Asimo, evoluti per essere applicati alla moto».
Potrebbe diventare un prodotto di serie?
«Difficile dirlo. Io applicherei quella tecnologia su una Gold Wing, magari ibrida, non pensata per curvare più veloce ma per garantire maggiore facilità di gestione a bassa velocità. Bisognerebbe lavorare per ridurre i pesi. Vero è che anche la Yamaha Niken pesa più di una Tracer, quindi... Bisognerà capire se l’utente sarà disposto a spendere di più per acquistare qualcosa che pesa di più. Io considero la tre ruote della Yamaha è un prodotto intelligente».
Honda costruirà una moto con tre ruote?
«Il problema del tre ruote è legato ai brevetti. Il sistema della Piaggio è stato sviluppato su una base nota, nel senso che era stata proposta anche ad altre Case. La Yamaha, sulla Niken, ha sviluppato un sistema diverso. C’è sempre meno spazio per inventare e bisognerà capire come verrà accolta la moto a tre ruote. Nel segmento scooter i tre ruote non hanno avuto una grande crescita, dopo l’entusiasmo iniziale. Per assurdo la tecnologia delle tre ruote potrebbe funzionare di più su una moto, perché potrebbe attirare i clienti che hanno timore di cadere».
Si dice che nella vostra R&D ci sia un motore sovralimentato...
«È vero. Abbiamo costruito un V2 sovralimentato. Io l’ho anche provato ed è meraviglioso. Il progetto c’è ma attualmente è parcheggiato, sia per questione di costi, molto elevati, sia per questione di filosofia, un po’ distante dal nostro modo di concepire la moto. Con l’attuale management non credo si produrrà, però in futuro la situazione potrebbe anche cambiare. Io penso e spero che possa diventare realtà. Non sarebbe una moto da 300 chilometri orari ma rappresenterebbe qualcosa di davvero innovativo, performante e tecnologico».
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